domenica 30 gennaio 2011

Tinte verde marcio!


Hugh Grant, CEO di Monsanto, ha espresso ieri a Davos tutta la sua gioia per il proseguo dell’ ”Iniziativa per una nuova visione dell’agricoltura”. Grant ha spiegato al pubblico come gli attori economici, i partner locali, le ONG e i contadini debbano cooperare per garantire cibo a sufficienza ad una popolazione globale che vede nascere quotidianamente 200 000 bambini.

L’ora dell’Eresia si era occupata di questa iniziativa già lo scorso anno, smascherando il fatto che la “piattaforma neutrale” composta da un “ampia gamma” di parti interessate era neutrale...come il TG1.

La roadmap, un rapporto di 32 pagine con le solite fotografie di agricoltori sorridenti, elenca i fautori di questa iniziativa:

Archer Daniels Midland (ADM), Basf, Bunge, Cargil, The Coca-Cola Company, DuPont, General Mills, Kraft Foods, Metro, Monsanto Company, Nestlé, PepsiCo, SabMilller, Syngenta, Unilever, Wal-Mart Stores e Yara International.

Queste società controllano l’intera filiera agro-alimentare mondiale che, come vedremo in un prossimo articolo, è sempre più concentrata e potente.

Possiamo dividere questa filiera nelle quattro seguenti categorie:

- i produttori di semenze e prodotti fitosanitari (Monsanto, DuPont, Basf, Syngenta)

- i distributori di materie prime (ADM, Bunge, Cargill)

- i produttori di alimenti (Coca-Cola, Pepsi, Nestlé, Unilever, Kraft, SabMilller, General Mills)

- le catene di distribuzione alimentare (Wal-Mart, Metro)

Questi attori stabiliscono in pratica cosa e come l’umanità deve nutrirsi. Delle società come DuPont travalicano addirittura gli anelli, controllando un ciclo industriale che va dalla produzione di semi alla fabbricazione di alimenti. Il fatto che siano proprio queste multinazionali a dettare la strategia su come risolvere le problematiche alimentari del pianeta, pone molti interrogativi sulla credibilità di questo genere di iniziative.

Qualora si volesse davvero stabilire una piattaforma neutrale, sarebbe opportuno coinvolgere anche quegli attori che si oppongono alla visione monocromatica proposta dalle grandi multinazionali. A coadiuvare l’iniziativa sarà invece il “WEF’s Global Agenda Council on Food Security” che, come abbiamo analizzato lo scorso anno, è un organismo di parte e tutt’altro che neutrale. Quando Grant ci parla di collaborazione con organizzazioni e partner locali bisogna quindi fare molta attenzione e analizzare chi si nasconde dietro l’appellativo ONG.

A Davos sarebbe meglio si parlasse solo di business, senza tentare di colorarlo con un poco elegante verde marcio.




Referenze:

http://www.weforum.org/issues/agriculture-and-food-security/index.html
http://www3.weforum.org/docs/IP/AM11/CO/WEF_AgricultureNewVision_Roadmap_2011.pdf

Nessun commento:

Posta un commento