domenica 26 dicembre 2010

Il mendicante di firme (parte 5)!

bansky

[...]


- Signora, delle candele per i bambini poveri, solo 30 franchi..

- No grazie..

- La prego, guardi che belle candele. Faccia un’opera di bene!

- Le ho detto di no. Arrivederci.

- Ma perché non va gentilmente a farsi fottere?,

pensai.

*

Gennaio 2010

Il giorno che ho smesso questo lavoro stavo vendendo candele di Natale per un’organizzazione che lotta contro la povertà. Era più o meno un mese fa. Stavo congelando fuori da un supermercato, con queste minchia di candele che neanche potevo usare per riscaldarmi. Dovreste vedere che brutte. Le hanno fatte fabbricare in Polonia.

Delocalizzano.

Una giornata così: del cazzo. Freddo boia, pochi affari e le candele che più le guardavo e più mi facevano andare di traverso i pensieri. Dovevo spacciarle come se fossero un raro esempio di artigianato:

- Guardi che belle candele, signora. Un offerta per i bambini poveri?

- Prendete un’offerta ma tenetevi queste orripilanti candele. Per carità, sono mostruose..

- Grazie, molto gentile. Le auguro uno splendido Natale e delle buone feste..

dissi, leccando metaforicamente lo splendido sedere della signora.

E così andando passai la mattinata a guardare signore e a fare sentire i visitatori del centro commerciale degli schifosi egoisti che riempivano carrelli di panettoni e giocattoli e non compravano le mie candele della carità.

Proprio come mi hanno insegnato nella giornata di teoria.

Chi non professava offerte lo mandavo mentalmente a quel paese. Non tanto perché non comprava candele, quanto perché io perdevo i miei preziosi bonus. Lo so che è triste, ma è così: era il mio lavoro.

Verso la una arrivò il turno della pausa pranzo. Mangiai in fretta e furia una pizza semifredda e mi rimisi allo sciacallaggio benefico. Un quarto d’ora più tardi cominciai a sentire un forte mal di pancia. Dolore fulmineo. Mi misi a correre come un giamaicano per il centro commerciale fino ad arrivare al bagno.

Non feci in tempo.

Allagai il cesso con un bel vomito liquido, di uno splendido colore tendente al rosso pomodoro. Qualche pezzettino di pizza emergeva come un’isola da quel mare di rigetto. Un disastro, per fortuna non c’era nessuno. Poi via altri conati, questa volta mirando abilmente la tazza.

Mezz’ora dopo, tornato dal mio superiore, li dissi:

- Guarda... (non mi ricordo nemmeno più come cavolo si chiamava).. ho vomitato, sto molto male..Non resisto. Mi sa che me ne vado.

- Capisco. Mi spiace. Vai pure a casa. Riprenditi che ti voglio in forma..ci vediamo domani?

- Sisi. Spero di stare meglio..

Stavo meglio. Ma non mi feci più sentire. Quel lavoro mi ha distrutto. Non faceva per me.

Quel lavoro mi faceva vomitare..


FINE

sabato 25 dicembre 2010

Il mendicante di firme (parte 4)!

bansky

[...]

- Buongiorno…ce l’ha un minuto?


- Di cosa si tratta?


- Delle balene in Giappone..lo sa che ogni anno ne uccidono..


- Ma basta! Non se ne può più. Guardi non mi interessa, e poi ho già firmato ieri per i diritti umani nel Caucaso. Non sono mica Babbo Natale..


- Capisco..Arrivederci..


*

Assieme agli altri cinque selezionati abbiamo passato un pomeriggio a fare teoria. Teoria dello sciacallaggio. L’obiettivo, ci dicevano, è quello di scavare nella personalità delle persone, farle sentire degli egoisti schifosi se non firmano. Bisogna asfissiarli, prenderli ai fianchi, fino a quando ti sganciano qualche banconota sottoforma di promessa autografa. Lo so che è triste, ma è così: è il mio lavoro.

La nostra remunerazione dipende da quante persone riesci ad incastrare. E già, perché si tratta di un incastro. A noi della buona causa, diciamocelo chiaramente, non ce ne frega niente.

È un patto tra amici che funziona nel modo seguente. L’organizzazione caritatevole (ONG) delega ad una ditta privata, specializzata nel foundrising (sembra una parolaccia..), il compito di trovare nuovi iscritti. La ditta di foundrising (cazzo che brutta parola..) paga giovani disperati, gente come me, per raccogliere firme. Se il giovane disperato trova nuovi membri ci guadagna lui, la ditta di foundrising (ma è proprio brutta sta parola..) e l’ONG. Tutti felici e contenti ed un mondo più giusto.

Il business gira come le mie scatole. Per ogni franco investito nella campagna, l’ONG ne ricava tre. In media una campagna di questo tipo le costa un milione di franchi. Non poco. Ma che ci mette la faccia, prende freddo e insulti sono io. Così ho deciso di smettere questo lavoro. Ora scrivo racconti, proprio come quello che stai leggendo.

Lo so, stai pensando che era meglio quando imploravo firme. Ma tranquillo, ho quasi finito..


*

[...]

venerdì 24 dicembre 2010

Il mendicante di firme (parte 3)!

bansky

[...]

- Ciao ragazzi, ce l’avete un minuto?

- Ciao..


- Ciao piacere, mi chiamo Franco. Lo sapevi che ogni minuto un bambino si ammala o muore perché non ha accesso all’acqua potabile?


- Sì..ehm cioè.. so che c’è questo problema..cioé..nel senso…noi siamo fortunati..


- Siamo molto fortunati. Lo sai che basta poco per aiutare uno di questi bambini?


- Si lo so..


- Basta un piccolo contributo da qui. Noi siamo un’associazione attiva da anni per aiutare i bambini in difficoltà nei paesi poveri. Abbiamo però bisogno di un aiuto finanziario. Pensa che con soli 120 franchi all’anno, 10 franchi al mesi, aiuterete un’intera famiglia ad accedere all’acqua potabile..


- ..E ma..120 franchi non è così poco..nel senso..


- Sono 10 franchi al mese..vedo che il tuo amico fuma..non sono neanche due pacchetti di sigarette al mese..Pensateci bene..


- Effettivamente..


- Dovete solo compilare questo formulario..ci mettete i dati della postcard..e pensiamo tutto noi. Siamo certificati da un organo di controllo che verifica il nostro lavoro..inoltre..riceverete quattro volte l’anno la nostra magica rivista. Se poi non siete più d’accordo di pagare..basta chiamare questo numero verde per annullare l’impegno..


- Vabbé..compilo qui..


- Si..molto gentili..é un gesto importante..un piccolo sacrificio per noi..un grande aiuto per chi soffre..vi saremo infinitamente grati..


- Ok..


- Infine.. ecco a voi due spille che potrete indossare in segno di solidarietà verso i più sfortunati..


- Grazie..


- Ciao ragazzi..alla prossima..


- Ciao..

*

E anche questa è fatta. Sono un professionista della firma. Un mercenario. Oppure un mendicante, scegliete voi. Con i ragazzini è più facili. Poi con quelli vestiti così, stile neohippy, è ancora più semplice. So come attaccarli perché anche io andavo in giro conciato così. Due frasi e si sentono le cacche dell’umanità. E così firmano. Obiettivo numero uno: fare sentire la gente una cacca. Una merda.

Ogni tanto ho un conflitto di coscienza. Nei pochi momenti di pausa che mi concedo (poiché la pausa in fondo va a spese del mio guadagno) mi capita spesso di pensare a che cavolo sto facendo. Già il fatto che devo allontanarmi perché non posso fumare vicino allo stand con la giacca dell’associazione mi fa indiavolare. Dovreste vedere come mi hanno conciato: sembro un pupazzo attira idioti.

Ho sempre voluto lavorare per una buona causa. Mi fanno schifo le banche e le grosse imprese che pensano solo ai propri profitti. Un amico – uno che se ne intende – mi ha fatto però capire che studiare scienze umane è proprio da stupidi. Facevo prima a studiare ingegneria astrolunare o qualche cagata del genere. Almeno non mi potevo lamentare: sarei un homo faber senza paranoie. Invece sono uno stupido spaziale.

Comunque, questo lavoro mi sembrava una buona opportunità. L’annuncio sul giornale diceva così: “con questo lavoro guadagni bene, nel vero senso della parola, ricevi un buon salario di base, bonus commisurati alle prestazioni e in più ti impegni per una buona causa..” Fantastico, quello che fa per me, mi sono detto.

Ho chiamato il numero indicato: ha risposto uno svizzero tedesco che mi ha fatto capire che mi avrebbero mandato un formulario da compilare. Un paio di giorni dopo mi ha richiamato lo svizzero tedesco e mi ha fissato un appuntamento. Così, un lunedì mattina mi sono presentato naturalmente in ritardo, all’indirizzo indicato. Era un colloquio di gruppo. Pare sia una nuovo metodo usato nell’ambito delle risorse umane. Risorse umane: due parole dalle quali è bene diffidare. Prese singolarmente hanno dei significati interessanti ma in simbiosi mi sembrano pericolose. Come quelli che vanno in giro a picchiare in gruppo: da soli sono agnellini.

Quando sono entrato al colloquio almeno venti persone, più o meno della mia età, stavano già discutendo dei loro progetti professionali. Tutti più o meno con la stessa prospettiva: vendere sigarette al sabato sera oppure mendicare firme. Sono rimasto colpito dalla serietà della faccenda. Caspita, una mattinata per vedere se si era il tipo di persona adatta a questo tipo di lavoro. Dal mucchio dei venti ne hanno ritenuti sei, tra cui io. Ero riuscito brillantemente a dimostrare di essere un buon comunicatore. Un potenziale mercenario della firma, con una buona parlantina. Sono sempre stato bravo ad incantare la gente..

*

[...]

giovedì 23 dicembre 2010

Il mendicante di firme (parte2)!

bansky

[...]


- Ciao, scusa ce l’hai un minuto?


- No, guarda non ho tempo..ho un appuntamento..


- Solo due minuti, per la salvaguardia dei camosci..


- Le ho detto che ho un appuntamento, non insista..


- Fanculo te e il tuo appuntamento..,

pensai.

*

Così eccomi qui, a prendere freddo nelle piazze della mia città. Devo corrompere almeno dieci persone al giorno. Non è facile. Dall’undicesima persona che firma scatta il meccanismo dei bonus. Come in una grossa multinazionale.
Persone come il becchino che ho appena insultato mi fanno diminuire il salario. Avreste dovuto vedere la faccia da tiraschiaffi che fuoriusciva da quel doppiopetto firmato. Le solite scuse: l’appuntamento, il dottore, il funerale, il non ho tempo.
Balle!
Sono tutti pieni di soldi questi pinguini. Dieci franchi al mese che sono?
Eccheccazzo!
Non è facile questo lavoro. Ho a che fare con dei grandissimi faccia di melma. E il mio compito è cercare di fregarli.
Da questo punto di vista non è male il mio lavoro..


*

[...]

mercoledì 22 dicembre 2010

Il mendicante di firme (parte1)!

Un piccolo racconto in cinque puntate: il regalo dell'ORa deLL'EreSiA ai suoi compagni di viaggio!

bansky

Dicembre 2009

- Buongiorno signora, ce l’ha un minuto?

- Non ho fretta..mi dica..

- Lo sa che ogni minuto un bambino si ammala o muore perché non ha accesso all’acqua potabile?

- Dice davvero? È terribile..

- Lo sa che basta poco per aiutare uno di questi bambini?

- No, mi dica cosa fare..Mi fanno stringere il cuore..ma sono sempre così impegnata..

- Ecco.. la nostra associazione si occupa di aiutare questi bambini.. non semplicemente dando loro soldi, ma sviluppando progetti a lungo termine, direttamente sul posto..

- Encomiabile..davvero..

- Basta poco signora, un piccolo contributo per noi.. è un grande contributo per loro. Con 120 franchi all’anno, 10 franchi al mese, lei aiuta un’intera famiglia ad accedere all’acqua potabile..

- Non è molto effettivamente.. Cosa sono per noi 10 franchi al mese?

- Sono molto poco.. Inoltre..le spiego.. può scegliere il paese dove destinare il suo aiuto: le sta a cuore la Colombia.. noi le assicuriamo che i suoi soldi vanno in Colombia..i suoi soldi avranno un nome e cognome a cui saranno destinati..

- Ma è fantastico.. non sempre si sa dove vanno a finire tutti questi soldi che si danno in beneficenza..

- La nostra associazione è certificata da un organismo di controllo indipendente gestito dalla confederazione..Inoltre ogni anno riceverà il rapporto annuale dove potrà verificare attentamente i risultati ottenuti..

- Molto interessante..E cosa devo fare?

- Ecco.. guardi, le faccio compilare questo formulario.. Può scegliere se fare scalare i soldi direttamente dal suo conto postale o bancario..basta inserire i dati.. che naturalmente verranno trattati discretamente.. Inoltre il denaro versato lo può sottrarre dalla dichiarazione delle imposte e, in ogni momento, può chiamare questo numero verde per disdire il suo contratto..

- Va bene, mi ha convinto. Lo compilo subito.

- Mi sono dimenticato di dirle che aderendo al nostro progetto riceverà, quattro volte all’anno, la nostra rivista..

- Sempre meglio.. ecco a lei.. siamo a posto così?

- Si, perfetto, le arriverà tutto a casa dettagliatamente. Io per il momento le dò questa fantastica spilla dell’associazione che può mettere in segno di solidarietà verso chi sta peggio di noi..

- Grazie mille.. carina la spilla..buona giornata..lei si che è un bravo ragazzo..

- Ehhe, ci mancherebbe..La ringrazio signora, le auguro uno splendido fine settimana.. Arrivederci..

- Arrivederci..

*

E anche questa è andata. Per fortuna ci sono in giro persone così, un po’ fesse, che si fanno abbindolare con una foto di un bambino rachitico. Per me questa foto è ormai uno strumento di marketing. Più contratti faccio firmare e più guadagno. Lo so che è triste, ma è così: è il mio lavoro.
Non ho avuto scelta, cos’altro avrei dovuto fare?
Le mie alternative erano ben poche. Avrei potuto andare in giro per i bar, il week-end, vestito da sigaretta a vendere tre pacchetti al prezzo di due; più un accendino omaggio. Ma il week-end al bar non ci voglio andare per lavorare.
Altre possibilità?
Avrei potuto girare a vuoto per la città su un maggiolino moderno, con una lattina gigante di una bevanda energetica sul tetto. Così, tanto per rendere visibile il marchio. Ho pure risposto all’annuncio che cercava un giovane tra i 20 e i 27 anni, di bella presenza e con mentalità individualista.
Mi sono presentato ad un colloquio. Per la mentalità non ci sono stati problemi, ho potuto assicurare di essere un buon individualista. Sono cascato sulla bella presenza. I capelli bianchi alla mia età non vanno bene, mi hanno riferito.

*

[...]

domenica 19 dicembre 2010

Caro Babbo Natale!

Oggetti disobbedienti: "Vespa Table". "Realizzato con materiali riciclati: piano e base sono ricavati da vecchie ante trovate per strada, mentre la gamba é costituita da una pila di libri di Bruno Vespa. Un materiale facile da reperire, sempre in ottimo stato, praticamente mai usato (mai letto). Lo stesso formato dei volumi e la copertina rigida rincorrono a migliorare la statica del tavolino."


di Mattia Pacella

Caro Babbo Natale,

quest’anno ho deciso di scriverti anch’io. Era da tanto che non lo facevo, ma mi sono reso conto di averne proprio bisogno. Scusa se non ti chiamo Papi, ma proprio non ci riesco. Con i tempi che corrono ormai non si capisce più niente. Forse tu mi puoi aiutare. Ma non ti preoccupare non devi scarcerarmi. Non ho rubato soldi e non sono il nipote di Mubarak.

Quest’anno mi piacerebbe ricevere qualcosa di semplice. Che ne so, delle bocce di Natale. Sì delle belle bocce colorate, luminose, molto sfarzose. Così le potrei mettere sull’albero di Chiasso. Sai le maglie decorate dai bambini le hanno tolte. In fondo erano sporche e puzzavano, erano “napoletane”. Sono questioni importanti però, non sottovalutarle, ne parlano tutti: radio, televisione, stampa, politici, preti. Una baraonda. Sarebbe bello metterli tutti d’accordo. Una volta per tutte.

Caro Babbo Natale, avrei anche bisogno di qualche libro. Sai, la conoscenza è la base di tutto. Sarebbe fantastico se mi regalassi i libri di Bruno Vespa. Ho visto che sono anche molto pratici e si possono utilizzare per un sacco di cose. Ne hanno ricavato addirittura un tavolino (http://atcasa.corriere.it/Design-e-architettura/Oggetti/2009/05/27/giulio_iacchetti.shtml ). È persino costruito con materiali riciclati, in ottimo stato, quasi mai usati. Sarebbe bellissimo averlo. Poi, se ti avanza potresti anche regalarmi il “primo” libro di Paolo Meneguzzi. Anzi regalameli tutti, almeno posso fare un tavolino.

Caro Babbo Natale, sai che mi piace la politica. Mi piacerebbe avere un bel partito, tutto mio. Ormai tutti ne hanno uno. Forse potrei comandarlo su Amazon dal mio iPhone. Ho visto che non ci sono più le spese di spedizione. Però se proprio non ci riesco, regalami almeno qualche deputato. Non tanti, due o tre mi bastano. Non si sa mai, ho bisogno anch’io di un po’ di fiducia.

Caro Babbo Natale, regalami per favore anche compasso e squadra. Sono utensili utilissimi a cui però non pensa più nessuno. Non sono più i tempi di una volta. Una volta almeno ci pensava la massoneria. Ora ci pensa solo l’Unione delle forze civiche. Ah no, che dico forse sto sbagliando. Scusa, che birichino, spero di non avere fatto troppo il cattivo pensando queste similitudini.(http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=600044&idsezione=1&idsito=1&idtipo=3&dossier=foto)

Caro Babbo Natale, sarei anche felicissimo di avere un bel file di Wikileaks. Non troppo grande però. Solo qualche cablogramma giusto per far vedere che mi sta sul cazzo Berlusconi. E che penso che Putin sia un dittatore sanguinario. Una di quelle intercettazioni forti, che nessuno si aspetterebbe.

Caro Babbo Natale, non pensare solo a me. Il mio amico Franchino, vorrebbe un salmone affumicato per la cena di Natale. Potrei regalarglielo io. Ma non voglio i soliti salmoni svedesi, un po’ deperiti, con macchie di petrolio. Ne vorrei uno sano, vigoroso, bello carnoso, insomma geneticamente modificato. Che delizia. E già che ci siamo mi piacerebbe anche avere la birra di Natale che sa di cioccolato. Che goduria. Al TG1, Minzolini ne parla benissimo.(http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/18/minzopalle-di-natale/82629/)

Caro Babbo Natale, non pensare solo a me e ai miei amici. Anche la mia famiglia è importante. I miei cugini in Italia sarebbero veramente contenti se gli regalassi un bel posto nelle ASL. Dove vuoi tu. Sai, anche la giunta Vendola è molto generosa. Non sono i soliti Cosentino di turno. Quelli pensano solo alla monnezza. Molto meglio la sanità. Ho visto pure che Mastella è diventato Eurodeputato. Sarei felicissimo se potessi diventarlo anch’io. Ma che dico, fammi diventare Presidente del Consiglio, no facciamo della Repubblica italiana. Si “mangia” meglio in Italia.

E poi regalami anche una sciarpa nera. Ma non ti preoccupare non la voglio mettere per coprirmi il volto in una delle tante risse di piazza. Vorrei solo metterla in faccia al ministro “La Rissa”. Non ne possiamo più dei fascisti, a dire il vero nemmeno dei comunisti, non ne possiamo più e basta.

Caro Babbo Natale, ti chiedo infine di regalarmi anche un po’ di speranza. Quella sana speranza nel futuro. Sono giovane, in fondo ho bisogno anch’io di avere un sogno da realizzare. Un lavoro a tempo indeterminato, quello no, sarebbe chiedere troppo.

Ciao Babbo Natale, a l’anno prossimo.


Mattia

giovedì 16 dicembre 2010

Il Portaparola!


VZCZCXRO2504

PP RUEHBC RUEHDBU RUEHFL RUEHKUK RUEHKW RUEHLA RUEHNP RUEHROV RUEHSL
RUEHTRO
DE RUEHRO #0173/01 0431318
ZNY SSSSS ZZH
P 121318Z FEB 10
FM VEVEY
RUCNIRA/NST PRIORITY
RUEHZG/COMMUNICATION ON DOG FOOD PRIORITY
RUEHMIL/AMCONSUL GENEVA PRIORITY 0479
RHMFISS/HQ SWIFRICOM VEVEY GE PRIORITY

S E C R E T SECTION 01 OF 03 VEVEY 000173

NOFORN
SIPDIS

SECDEF FOR NSTL, ISA, ISA/COMMUNICATION

E.O. 12958: DECL: 02/11/2020
TAGS: DOGS FOOD PRIORITY
SUBJECT: DOG FOOD EXPLICATION
**, DECEMBER 10, 2010

------------
JOURNALIST:

------------
- Votre paquet de croquettes pour chiens *** est passé de 15KG à 14 Kg, mais le prix est resté le même (89 CHF).
Pourquoi?


------------
COMMUNICATION OFFICE OF **
------------
- Nous nous engageons avec passion pour que les chiens et les chats puissent jouir d'une vie meilleure. Dans le cadre de l'évolution permanente de nos produits, nous attachons une attention particulière à maintenir une qualité Super premium et ce, de façon durable.

Basée sur des percées scientifiques et l'inclusion des dernières avancées nutritionnelles pour soutenir la santé et le bien-être de l'animal de compagnie, les recettes des produits ** ont été encore améliorées.

En conséquence, de nombreux spécialistes Suisse du monde animal (éleveurs, vétérinaires) témoignent avec passion des bienfaits visibles des produits *** depuis nombreuses années.

Nous restons à votre disposition pour tout complément d'information.

(…)

10. (U) SecDef has cleared this cable. Drafted by L’OrA deLL’EResIa staff.
DIBBLE

mercoledì 15 dicembre 2010

A rotoli!

di Enrico Occupati, profilo FB del Vernacoliere!



http://www.insertosatirico.com/2010_09_01_archive.html: da il Vernacoliere di ottobre
2010

lunedì 13 dicembre 2010

Brevissime dal paese!


Il popolo miope!

Smaltire le spese nel settore della salute. Con questo obbiettivo il Dipartimento federale dell’interno ci informa che, già dall’anno prossimo, occhiali e lenti a contatto non saranno più rimborsati dalle assicurazioni di base delle casse malati. Fino ad ora noi miopi adulti eravamo rimborsati con 180 franchi ogni 5 anni. Non era molto ma meglio di niente.

Grazie a questo taglio si risparmieranno 10 milioni. Si contribuirà inoltre ad aumentare la miopia generale del popolo svizzero.

Democrazia diretta!

Una commissione federale ha deciso di non dare luogo alla domanda di introdurre cinque medicine complementari nel catalogo delle prestazioni rimborsate dalle assicurazioni di base delle casse malati . Peccato che, nel maggio 2009, più del 67% dei votanti aveva accettato l’iniziativa popolare “Sì alla medicina complementare”.

Il popolo sovrano ?

Guerra al Servizio Civile!

Sempre più giovani si rifiutano di perdere il loro tempo nell’esercito. Una tendenza che fa paura. A partire dalla primavera prossima verrà reintrodotto il colloquio di motivazione. Il governo prevede inoltre di aumentare gli ostacoli amministrativi per sfavorire la scelta degli aspiranti civilisti.

La guerra al Servizio Civile dà così all’esercito almeno una ragione di esistere.

giovedì 9 dicembre 2010

Io, straniero in un angolo di paradiso!


“Ci vuole sempre qualcuno da odiare
per giustificare la propria miseria”

Umberto Eco


di Mattia Pacella,

http://www.mattiapacella.com/:


Guardo dalla finestra e vedo solo neve. Tutto bianco, tutto così naturale. Sembra un paradiso. C’è pace, serenità, armonia. Lo sguardo si perde. Il tempo sembra scorrere centellinato dalle gocce che scivolano dalle fronde. La natura alle volte è fantastica, ma ti fa anche capire che se ne frega di tutto il resto. La sua armonia, purtroppo, non coincide quasi mai con quella dell’uomo. Ti fa comprendere, come diceva Saramago, che la felicità è una questione individuale, che il mondo, lui, non sarà mai felice allo stesso modo. Ma io non ci sto, non mi rassegno a pensare che le cose siano così come stanno per natura. Le ultime vicende politiche del mio paese mi ossessionano, mi tempestano il cervello, non mi danno tregua. Tra le tempie rimbalzano pensieri masochisti che vorrei gridare a tutti. Io sono straniero, nato e cresciuto in un paese dove lo straniero è ora marchiato. Ma chi ne parla? Tutto sembra normale, naturale, come la neve.

Io vivo in un paese piccolo, piccolissimo. A sud della Svizzera. Anzi, al sud del sud della Svizzera. In Ticino, terra di frontiera. Si chiama Meride, 300 abitanti. Un borgo di collina ai piedi delle Alpi, incuneato tra le radici del monte San Giorgio, patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2003. Terra di fossili, di marmi, di vigne, di artisti, di fate e di elfi. Le leggende sono dappertutto. Le pietre triassiche intrise di tracce del passato testimoniano un tempo dove le frontiere erano montagne e laghi. Fiumi, non ramine di ferro e linee immaginarie.

Ma non ci sono solo frontiere. La vita della piccola comunità è un faro che illumina una Svizzera spocchiosa, boriosa, piena della sua opulenza. Allergica all’altro. Apatica. Qui, le famiglie venezuelane, italiane, tedesche, slave, portoghesi e svizzere, vivono assieme trovando ognuna la giusta posizione. La propria armonia. Sono come fiocchi di neve che cadono uno dopo l’altro trasformando il territorio, dandogli forma soffice, soave, precisa. Qui, si vive un esempio di integrazione riuscita. Un’oasi di pace, un piccolo angolo di paradiso che contraddice una delle molte iniziative xenofobe.

Tra queste montagne è come se ci fosse una bussola, una bandiera che dovrebbe fare strada a chi crede che dalla diversità si possa trarre ricchezza. Non solo con il pensiero, ma anche con l'azione. Alle urne, lo scorso 28 novembre, il 60% dei cittadini del mio paese ha infatti detto no a un’iniziativa, ormai legge, che prevede l’espulsione automatica per stranieri che si macchiano di reati gravi. Solo 4 comuni in tutto il canton Ticino si sono opposti. Incredibile, ma tristemente vero. Una piccolezza, un’infima minoranza in controtendenza. Una minoranza che però ci fa capire che c’è ancora gente che non ha paura dell’altro. Il cervello vince sullo stomaco. Da questi microcosmi, forse, si può ripartire, può nascere una piccola speranza.

Io sono nato in Svizzera, 26 anni fa. Sono figlio di migranti. Figlio di italiani che partirono per cercare una nuova vita. I miei nonni si trasferirono negli anni Sessanta non tanto per necessità, ma per volontà. Scoprendo la bellezza del Ticino, integrandosi, ma soffrendo talvolta la nostalgia della propria terra. Molto più spesso sudarono, e si macchiarono le mani di lavoro. Spaccandosi la schiena alla cassa di un supermarket. Scheggiandosi le iridi degli occhi per smerigliare lamiere. Tutto per dare un futuro ai propri figli, ai propri nipoti. Dare la possibilità di studiare, di capire, di leggere questo mondo. La possibilità di migliorarsi.

Gli italiani, i portoghesi, gli spagnoli, gli slavi sono sovente le braccia della Svizzera. Una forza fisica dimenticata, ignorata. Sono la fronte bagnata che zampilla fatica, ma non solo di ieri. Oggi, ad esempio, chi ha scavato l’AlpTransit, il collegamento della Svizzera all’Europa, il fiore all’occhiello della tecnologia elvetica, sono molte di quelle braccia. Sono mani straniere ricoperte da polvere e calli. La stragrande maggioranza dei 2.000 operai provengono infatti dal Portogallo, dalla Turchia, dall'Italia, dall'Austria, dalla Germania, dalla Croazia. È stato eccitante vedere le bandiere di tutto il mondo alzarsi in un tunnel buio di Faido per festeggiare insieme l’ultimo diaframma caduto. Ma chi ne parla di queste storie? È molto più semplice puntare il dito, che non tendere la mano. È molto più facile incolpare uno straniero di un crimine presunto, che non valorizzarlo per la sua fatica.

Il problema della criminalità straniera esiste, eccome. Chi lo nega avrebbe una visione miope. Se io facessi un reato, il più grave dei reati, sarebbe sacrosanto che pagassi: con multe, con il carcere, con pene rigorose e giuste. Qualsiasi straniero che faccia un reato deve pagare tanto quanto lo svizzero. Ma perché creare distinzione tra razze? È così che si risolve il problema della criminalità? È una follia volere che la giustizia sia uguale per tutti senza distinzione?

Il mio sangue è anche l’uva della vigna che ho raccolto, le mie cellule sono il cibo del macellaio all’angolo, l’aria salubre della montagna che respiro riempie i miei polmoni e li ha sempre riempiti. Come è possibile cacciarmi da dove sono nato? Anch’io, straniero di seconda generazione, potrò essere espulso. Sottratto alla terra dove sono cresciuto, dove ho famiglia, amicizie, sentimenti, lavoro. Io che ho studiato in un’università svizzera, io che lavoro e osservo la politica svizzera, io che ho contribuito con i miei soldi per lo Stato svizzero. Mi sento folle, mi sento un nemico.

Eppure se ci penso, in fondo, è sempre stato così. D’altronde, come ci insegnano gli storici il senso di identità si è sempre fondato sull’odio per chi non è identico. Sull’odio per lo straniero, per il nemico, causa di tutti i mali. Primo Levi ci può insegnare. Ma sarebbe inutile cercare il nemico lontano, molto meglio se riconoscibile e vicino a casa. Non so se in futuro cambierà qualcosa, le tendenze e le ideologie dominanti suggeriscono il contrario. Ma io non ci sto. Non riesco a concepire l’odio come l’unica passione primordiale, come se l’amore per l’altro fosse una situazione anomala, contro natura. Espressa solo nel rapporto di coppia. I milioni di ebrei, armeni, serbi, tibetani, indiani sterminati non ci hanno forse insegnato nulla.

Mi sento un eretico a scrivere queste frasi, un emarginato, un misantropo che bestemmia parole anacronistiche e guarda il mondo come non è, o peggio, per come dovrebbe essere. In certi momenti è proprio vero che non c’è altro da fare che assecondare le tue ossessioni come qualcosa che non scegli, come qualcosa che subisci e basta. Ma non posso esimermi dal parlare, dal raccontare. Dal dare un’opinione. Non mi do pace. È difficile, però sono persuaso che la parola, se decidi di affermarla con convinzione, possa fare riflettere. Possa far emergere nell’altro la voglia, seppur minima, di confrontarsi, di rompere il tabù, l’indifferenza che ci tiene prigionieri di noi stessi. Certo, c’è sempre il rischio di sbagliarsi, ma sono convinto che è meglio l’errore piuttosto che il silenzio.

Guardo dalla finestra, la neve non si scioglie più. Una leggera nebbia nasconde il sole. Le fronde degli alberi sono macchie scure travolte da un fiume carsico. Non per questo però il paesaggio è meno incantevole. La bellezza è sempre lì, intatta, ma nascosta. Basta spogliarsi dei propri pregiudizi e incominciare a cercarla. Bisogna semplicemente smettere di guardare e cominciare a osservare. Uscire, muoversi, scavare, mettere in ordine le proprie azioni. Tra questi pensieri mi viene in mente che l’ultimo premio nobel per la letteratura, Vargas Llosa, intitolava un suo libro “Il paradiso è altrove”. Forse si sbagliava. Il paradiso, anche se non si vede, non è poi così lontano. Il paradiso è qui, tra noi. Basta cercarlo.

Mattia Pacella

lunedì 6 dicembre 2010

"..e la coppa del mondo di calcio 2018 va.."!

Tom su Trouw


Fonte: http://cartoons.courrierinternational.com/dessin/2010/12/03/des-arguments-de-poids

sabato 4 dicembre 2010

Brevissime 2!

Rappresentazione dell'Isola d'Utopia!


Letteratura italiana!


Premessa: ognuno è libero di leggere ciò che vuole. Che se già si legge, non è male. Certo che però la top ten dei libri più venduti in Italia pubblicata oggi da Repubblica è se non altro… particolare.

“Benvenuti nella mia cucina” di Benedetta Parodi è il libro più venduto. Nella top ten anche “Cotto e mangiato” della stessa “scrittrice” e “Le ricette di casa Clerici” dell’Antonella nazionale.

Beh, tutto sommato meglio le ricette delle presentatrici che le ricette dei presentatori (Bruno Vespa o Emilio Fede dixit).

Questione di gusti…


Dialoghi!

- Hai letto? Julian Assange ricercato per stupro dall’Interpol..

- Davvero?

- C’è scritto qui..

- Ma chi è sto Assange?

- Un giornalista..

- Gli sta bene…

- Davvero..


L’incantesimo spezzato!

In Florida, a 10 km da Disney World, sorge una cittadina di 10mila abitanti dove ogni sera della neve finta ricopre la piazza principale. Si chiama Celebration e nelle intenzioni del suo creatore, Walt Disney, doveva essere la comunità perfetta. Una sorta di Utopia moderna.

Punto di incontro tra realtà e fantasia, fino a qualche tempo fa Celebration era considerata come la città più felice della terra. In questi giorni vari episodi di violenza hanno però spezzato l’incantesimo.

La realtà batte la fantasia. È la fine dell’utopia.

Preoccupazioni per la perdita di valore delle case di Celebration.

Annullato il cocktail di Natale al campo da Golf.


Intanto sulla piazza continua a nevicare..


Odori..

Devono aver concimato un campo nel canton Vaud..

Vicino a Gland..

C’è un tanfo…

Insopportabile…

venerdì 3 dicembre 2010

Poveri loro: radiografia della ricchezza in Svizzera!



Come d'abitudine il bisettimanale romando "Bilan" pubblica ad inizio dicembre la classifica dei 300 più ricchi della Svizzera. Anche quest'anno il più ricco é Mr. Ikea Ingvar Kamprad 35/36 miliardi di franchi!). Al secondo posto le famiglie Hoffmann et Oeri (BS/Roche, 13/14 miliardi!) e al terzo la famiglia Brenninkmeijer (BL/C&A, 12/13 miliardi!). Medaglia di legno per la famiglia Bertarelli (BE/ex Serono, 10/11 miliardi!).

In Ticino come sempre comandano i fratelli Mantegazza (4/5 miliardi). La donna più ricca é la vodese d'adozione Charlène Lucille de Carvalho-Heineken, proprietaria dell'ononimo impero della birra. Roger Federer, quanto a lui, pur essendo il secondo sportivo più pagato del mondo dopo Tiger Woods, con una fortuna di soli 200/300 milioni é ben lontano in classifica.

Sulla rivista ginevrina potete trovare tutti i profili di questi magnati (o magnaccia?!), suddivisi nelle seguenti categorie: banche e finanza (de Rotschild,Dougan, Ebner, Cornaro, Sarasin, Vontobel, Ospel, etc.), ereditieri e investitori (Schmidheiny, Agnelli de Pahlen, de Benedetti, Onassis, Tettamanti, Tyssen, etc), servizi e commercio (Mantegazza, Bata Frey, ecc.). pharma e chimica (Vasella, ecc.), lusso e orologeria (Hayek, Graff, Zegna, ecc.), arte/sport/spettacoli (Schumacher, Collins, Twain, Ecclestone, Räikköonen,Turner, ecc.) industria/tecnologia (Perfetti, Peugeot, Blocher, Ringier, ecc.) e costruzioni/immobiliari (Tarchini, ecc.).

Nel 2010 la ricchezza delle 300 famiglie più ricche del paese é aumentata di 21 miliardi di franchi. Una ciffra ragguardevole ma insignificante rispetto al record registrato a fine 2007: + 529 milliardi di franchi. In generale il numero dei miliardari non cessa di aumentare: secondo la rivista americana Forbes in dieci anni si é quintuplicato.

Il dato significativo, a mio modo di vedere, é la ripartizione della ricchezza. In Svizzera il 4% della popolazione controlla quasi il 60% della ricchezza. Su cosa si votava già domenica scorsa?!


Fonte: http://www.bilan.ch/les-300-plus-riches-de-suisse-2

martedì 30 novembre 2010

« Se sempre più persone hanno torto non vuol dire che hanno ragione » !


Un mondo all’incontrario. Ogni domenica di votazioni mi pervade la sensazione di vivere alla rovescia. Sempre contro la volontà popolare (?).

Vivo in una bolla. Le persone che frequento e con cui mi confronto hanno grosso modo la mia stessa visione sui temi fondamentali. Mi accorgo che fuori dalla mia bolla vi é una società diversa, scura e paranoica, che non conosco e mi si oppone. La colpa é sicuramente mia. Sono cieco ed ingenuo, la mia bolla é una costruzione idealistica lontana dalla realtà. Le necessità del mio (?) paese sono altre che le mie (!).


Sfoglio il giornale e vedo una lucina, un balsamo benefico. Un piccolo villaggio affacciato sul lago Lemano, la Tour-de-Peilz, ha accettato ieri l’iniziativa che propone di costruire un sentiero di 2 km lungo la riva. Di conseguenza, ventotto ricchi proprietari di ville con accesso privato al lago dovranno condividere (ah che verbo difficile) questo privilegio con tutti i comuni mortali. D’altronde una legge in tal senso esiste già.


Ma non basta. Ad ogni votazione la mia bolla scoppia ed io esco dal mio mondo corrusco. Entro nel grigio e sento uno strano fetore. Controllo sotto le scarpe ma il puzzo permane. Mi sento soffocare. È un tanfo generale : qualcuno deve aver infangato di letame questo grande campo di patate che é il nostro (?) paese.

Rigonfio la mia bolla e mi rintano nel mio mondo all’inverso. Ho bisogno di aria...

domenica 28 novembre 2010

Brevissime!





La socialdemocrazia di Moritz!

Continua l’afflusso di ex consiglieri federali nei consigli d’amministrazione dei colossi dell’economia svizzera. Dopo gli esempi dei vari Villiger, Deiss e Cotti é ora é il momento del buon Moritz Leuenberger, socialista ed ex ministro dell’ambiente. Moritz, a quanto pare, siederà nel cda di Implenia, la più importante ditta di costruzione svizzera. È rotta così la tradizione che vede solo i rappresentanti borghesi passare in « non sciallanza » dal pubblico al privato. Mentre i liberali Cuchepin e Merz si accontentano, per il momento, di fare i pensionati di lusso, Leuenberger dichiara ai micrfoni della RSI che a lui «di andare a cercare funghi proprio non va». La si chiama socialdemocrazia…


Le soluzioni di Peter Brabeck!


Durante una conferenza intitolata "Ensuring Food Security: What a role for a business", organizzata a Ginevra dal « Graduate Institute », il CEO di Nestlé Peter Brabeck-Letmathe, invitato d’onore all’incontro, riassume in quattro concetti la problematica alimentare:


« le problème de l'alimentation peut être résumé en quatre dimensions: la libéralisation du marché de l'agriculture, la productivité par rapport à la croissance de la population, l'utilisation de l'eau comme ressource et les efforts politiques pour promouvoir les biocarburants».


Non si capisce bene cosa sottointende il povero Brabeck. La liberalizzazione dei mercati agricoli va frenata o ampliata? Cosa nasconde il motto « utilizzazione dell’acqua come risorsa »? Cosa significa «sforzi politici intesi a promuovere gli agrocarburanti» ? Bisogna stopparli, intendevi così, non é vero Peter ? Che confusione…


Evasore o elusore : il sottile confine tra illegale e legale!


Segnatevi il 27 gennaio sull’agenda. Siete invitati al Palazzo dei congressi di Lugano per la conferenza « I paradisi fiscali nel 2011 e le società offshore : la frontiera tra il legale e l’illegale ». Con soli 260 euro potrete apprendere tutti i trucchi del mestiere dell’evasore. O meglio – scusate – dell’elusore. Perché é nei termini che si fa la differenza. Lo slogan della « Gringas Internationa Società Anonima », organizzatrice dell’evento, é : « l’evasione fiscale é illégale, l’elusione delle imposte non lo é ». Semplice ! La via per il paradiso (fiscale) non é così tortuosa come sembra…


Note :


La socialdemocrazia di Moritz:


La Tages Anzeiger ricorda i passati legami avuti tra Implenia e Morit Leuenberger per lavori di Alptransit. Storie di appalti…

http://www.tagesanzeiger.ch/schweiz/standard/Leuenberger-bei-Implenia-Korruption-im-weiteren-Sinn/story/27883091

http://www.24heures.ch/actu/suisse/leuenberger-favorise-entreprise-implenia-2010-11-26


Le soluzioni di Peter :


Quotidiano de l’Agence économique et financière de Genève (AGEFI) del 24.11.2010


Evasore o elusore : il sottile confine tra illegale e legale.


Pach

http://www.iparadisifiscalinel2011.com/

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/22/societa-offshore-e-paradisi-fiscali-convegno-svizzero-fa-il-pieno-di-commercialisti-italiani/78167/