lunedì 6 settembre 2010

La birra del Cardinale!

La chiusura della birreria Cardinal di Friborgo é l'esempio di quanto sta avvenendo da 20 anni a questa parte nel settore della birra: concentrazione, oligopolio, mondializzazione. Qualche considerazione.


Ma malgrado tutto il due più due quattro è sempre una cosa assolutamente insopportabile. Due più due quattro a mio parere non è che impudenza. […] Son magari d’accordo che due più due quattro sia una bellissima cosa; ma allora, se siamo a distribuir lodi, vi dirò che anche due più due cinque è talvolta una cosuccia graziosissima”.
Fedor M. Dostoevskij, Ricordi dal sottosuolo.

In un ufficio a Copenaghen qualche manager ha già deciso: la birreria Cardinal di Friborgo è da chiudere. La produzione va centralizzata a Rheinfelden, sede della Feldschlösschen. Copenaghen, Rheinfelden e Friborgo; Carlsberg, Feldschlösschen e Cardinal. Il settore della birra è una matrioska dove tutti i marchi, spesso anche quelli piccoli che pensiamo indipendenti, sono assorbiti dai pochi grandi gruppi che controllano il mercato. Le chiamano case madri, anche se di materno hanno ben poco. A livello mondiale il mercato della birra è sempre più concentrato: 10 gruppi detengono circa il 63% della produzione mondiale. I primi quattro (Ab-Inbev, SAB Miller, Heineken e Carlsberg) concentrano da soli il 46%.

Viene da dire: “Grazie mondializzazione. Grazie!” Non è una novità, ci mancherebbe. Capita in molti settori: grandi squali si pappano tutti i pesci piccoli fino a controllare interamente gli oceani. Si allontanano i centri di decisione. E più lontano si decide meno peli sullo stomaco si hanno. Da lontano tutto è più facile, basta consultare qualche grafico o tabella. Basta fare un paio di calcoli: due più due quattro, il resto non conta. Attori lontani, col fisico e col cuore, tracciano linee e deducono: “Si chiude”. È successo alle Officine di Bellinzona, è successo alla Boillat di Reconviller, succede ora a Friborgo.

Siamo sempre in periferia, dove una chiusura è una ferita più profonda. Fa più male. Una fabbrica metallurgica in una valle del Giura, un’ officina delle ferrovie in Ticino, una birreria a Friborgo sono più di un grigio edificio dove si produce qualcosa. Sono un simbolo, sono storia, sono tessuto sociale. Sono intimità.
La notizia della chiusura della Cardinal è quindi un brutto colpo, non solo per i 75 dipendenti della birreria, ma per tutta la regione friborghese, da 300 anni intimamente legata a questo marchio. E l’intimità, si sa, non si tocca. Per questo la gente protesta. Oggi come 14 anni fa. Forse un po’ meno oggi che 14 anni fa: la speranza è minore. Copenaghen è lontana. Qualcuno ha già deciso.

L’annuncio dell’altro giorno è l’ultimo passo di un processo di concentrazione cominciato una ventina di anni fa. Attualmente il mercato svizzero della birra – che tanto, amici miei, abbiamo contribuito a finanziare - è controllato da due gruppi: Carlsberg e Heineken. Insieme i due giganti controllano i tre quarti del mercato svizzero.

Già nel 1972 Feldschlösschen prende il controllo della Bière Valaisanne. Nel 1988 la Feldi – così come la chiamiamo affettuosamente - riprende la birreria basilese Warteck e la lucernese Hochdorf. Nel 1991 assorbe la friborghese Sibra (Cardinal), allora il numero due svizzero. Nel 1996 la Feldi continua la sua crescita fusionando col concorrente zurighese Hurlimann, proprietario dal 1984 dell’altro marchio zurighese Löwenbrau.

Nell’autunno 1996 la Feldi annuncia la chiusura delle birrerie Cardinal di Friborgo, Gurten di Berna e Hurlimann a Zurigo con la conseguente soppressione di 700 impieghi. Dopo forti manifestazioni di protesta e più di un anno e mezzo di negoziazioni, nel 1998 Feldschlösschen ritorna sui suoi passi e mantiene una produzione (ridotta) nello stabilimento friborghese. L’intimità va salvaguardata.

L’acquirente acquistato. Dopo aver mangiato per vent’anni i pesci più piccoli, nel 2000 arriva lo squalo Carlsberg che si pappa la Feldi e con essa il 45% del mercato svizzero. La matrioska è così completa.

Il solo grosso concorrente di Carlsberg sul mercato svizzero è Heineken, proprietario dal 1993 di Haldengut-Calanda, gruppo che a sua volta aveva fusionato nel 1990. Nel 2004 Heineken acquista la birreria turgoviese Ittinger Klosterbräu e nel 2008 la lucernese Heichoff, uno degli ultimi gruppi di birra indipendenti della Svizzera. Un’altra matrioska è completata.

Il mercato della birra e la chiusura della Cardinal sono, nel loro piccolo, un esempio della strada intrapresa dalla mondializzazione. Due più due quattro, il resto non conta. Sono danni collaterali. Di fronte al grigio oligopolio delle birre non ci resta che sperare nel colore delle birrerie artigianali il cui numero non cessa di crescere. Sono circa 300 in tutta la Svizzera. Molte di loro sono di fronte ad un dubbio: restare piccole e indipendenti o crescere un poco col rischio di farsi mangiare da qualche squalo?

Romanel sur Lausanne o Amsterdam? Appenzello o Copenaghen?

Qualità o quantità?

Oppure vino?

Salute a tutti!!

Referenze:

http://www.tsr.ch/info/economie/2429546-marche-de-la-biere-processus-de-concentration.html

http://www.tsr.ch/emissions/mise-au-point/2296093-mise-au-point.html

http://www.infomanagersrl.it/news/2009-8/mercato-mondiale-birra-10-grandi-gruppi/

venerdì 3 settembre 2010

Semi in pericolo!

« By the early years of the new century, it was clear that no more than four giant chemical multinational companies had emerged as global players in the game to control patents on the very basic food products that most people in the world depend on their daily nutrition […]”.
F.William Engdahl: “Seeds of Distruction”.



Per chi é interessato alla tematica dell’agrobiodiversità e della sovranità alimentare consiglio di vedere l’interessante inchiesta di Falò intitolata “Semi in pericolo”.

I temi sono i soliti: il controllo delle multinazionali sulle sementi, i brevetti sul cibo, la perdita di agrobiodiversità (e di biodiversità) e la donchisciottesca battaglia di chi si oppone a tutto ciò. Perché vale sempre la pena indignarsi. Ecco il link:

http://la1.rsi.ch/falo/welcome.cfm?idg=0&ids=0&idc=41142