domenica 21 novembre 2010

Col centro...non centro (o c'entro?)!

[…] je voudrais réclamer le droit d’aimer mon pays sans forcément devoir me déclarer patriote, sans devoir brandir des drapeaux et bouffer de la fondue tous les jours. Aimer la Suisse et les Suisses, sans devoir le hurler ou haïr ceux qui ne le sont pas […]

http://portrait.blog.24heures.ch/archive/2010/09/10/glenn-beck-hooligan-du-patriotisme.html




Nel 2010 il teatrino politico svizzero è denominato da un partito che in italiano è detto “unione democratica di centro”. Già dal nome si percepisce una truffa. Evitiamo di considerare il significato dell’aggettivo “democratica” (anche la Repubblica del Congo è così denominata) e limitiamoci al centro. Perché mai un partito di destra si deve definire di centro? Nessun membro di questo partito ha ancora avuto l’idea o il coraggio di cambiare il nome. Tanto per essere coerenti, una volta ogni tanto.

La magia dell’UDC è la sua variegata base elettorale. Il partito, fondato per rappresentare gli interessi agrari e dei piccoli commercianti, é ora anche plebiscitato da industriali e banchieri. Mi incuriosice questa comunione tra un contadino del Toggenburg, un industriale basilese e un banchiere di Wallerau. Un fatto di per se geniale, la caduta delle barriere socioeconomiche e l’unione sotto un’unica bandiera politica di uomini che in comune hanno solo i peli sulle chiappe.

Negli ultimi mesi vi é però stato qualche screzio tra l’anima rurale e l’anima finanziaria del grande partito svizzero. D’altronde non si può sempre accontentare tutti. Non si può essere allo stesso tempo protezionisti e liberisti, per esempio. Per unire le due anime democentriste ci vuole quindi un denominatore comune: l'insicurezza.

Grazie a tematiche xenofobe proposte a scadenza regolare (minareti, naturalizzazioni, espulsioni, ecc.) il partito riesce ad unire la sua base elettorale e a confermarsi come il più importante partito del paese. Ogni qualvolta il popolo svizzero è chiamato a pronunciarsi su una tematica di questo tipo, ecco che l’UDC ne esce vincente e nuovamente unito. E gli altri a grattarsi le ferite assistendo impotenti al trionfo della bassezza e della vigliaccheria, un’offesa ai valori fondamentali che spinge tanti svizzeri a vergognarsi sempre più del proprio paese. Ci si difende poi su facebook dove, mascherati da cartoni animati, si lanciano inviti e ci si incitia a non sprofondare troppo in basso nel pantano. A me manca il fiato, che ci sia già affondato da tempo?


Per riderci sopra ecco l’imitazione di Oscar Freysinger, uno dei più “brillanti” rappresentanti democentristi (se non altro forse l’unico che parla italiano (o che sa che in Svizzera si parla anche italiano)), proposta dall’’attore romando Jann Lambiel. Ecco a voi:





Ecco inoltre il link di un servizio della TSR che mostra il metodo UDC: slogan choc e “formazione” della base militante. Ecco il link:

http://www.tsr.ch/video/emissions/mise-au-point/2639937-la-machine-udc-en-marche.html#id=2639937

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