domenica 20 dicembre 2009

COP15: una cornice senza quadro.



A Copenaghen non ci sarà la solita foto di gruppo. I 30 000 accreditati al Bella Centre, il centro congressuale della capitale danese, semplicemente non possono essere immortalati in un unico scatto. A Copenaghen non ci sarà niente. L’atteso vertice, il più importante dai tempi di Yalta (qualcuno diceva), è stato l’ennesimo atto farsa della tragicommedia degli incontri internazionali. Ci si aspettava un trattato (come a Kyoto) che imponesse un minimo di vincoli e sanzioni. Invece niente, nessun obbligo e nessuna novità. Uno striminzito accordo di 12 punti. C’è chi parla addirittura di truffa.

Unico fatto importante, l’intesa è stata proposta e firmata dai principali inquinatori: USA, Cina, Europa, India, Giappone, ecc. Ma si tratta solo di un’importanza simbolica, una dichiarazione di intenti presa per mascherare un fallimento che sarebbe stato mediaticamente controproducente. Un accordo stabilito in extremis da USA, Cina, India Brasile e Sudafrica (gruppo Basic) e appoggiato per misericordia diplomatica da Europa e Giappone, tenuti in disparte dalle negoziazioni. In concreto ci si limita a dichiarare che la temperatura media della Terra non deve aumentare di più di quei 2°C che gli scienziati considerano come soglia limite per evitare la catastrofe.

Come fare però a fermare questo riscaldamento? Per farlo bisogna ridurre, entro il 2050, del 50% le emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990. I paesi emergenti però non vogliono frenare il loro sviluppo se i paesi ricchi non tagliano da subito, e almeno del 25%, le loro emissioni. Nessuno ci sta, così nel testo non figura nemmeno una percentuale di riduzione.
Ricorda molto la storiella del “non è compito mio”. Era il vertice dove ognuno avrebbe dovuto concedere qualcosa. Invece nessuno ha fatto ciò che ognuno avrebbe potuto fare e ciascuno incolpa qualcuno del fallimento. Nessuno si vuole piegare e nessuno ha messo l’accento sull’insostenibilità del sistema economico. Nessun vincolo nemmeno per le industrie, nessun accenno alle energie alternative, nessun accenno all’agricoltura industriale (17/32 % delle emissioni globali).

Stanziati 30 miliardi per i prossimi 3 anni per aiutare i paesi più poveri ad affrontare le problematiche ambientali. Meno di un decimo di quanto richiesto dai paesi del G77 qualche giorno fa. Ci sarà inoltre un apposito fondo ONU che disporrà, entro il 2020, di 100 miliardi annui destinati sempre ai paesi poveri e finanziati da fonti pubbliche e private. Per salvare il gruppo assicurativo AIG il governo statunitense ha elargito 170 miliardi di dollari.

Dal punto di vista dei negoziati alcuni osservatori sono preoccupati da un sistema più simile a quello dell’OMC dove gruppi informali di pochi decidono a nome di tutti. L’accordo è stato preso in un meeting all’ultimo minuto tra Stati Uniti e il gruppo Basic. A gli altri Stati la scelta di aderirvi o meno.

In sostanza, l’accordo è una cornice senza quadro. Come al vertice Fao di Roma di qualche settimana fa. Il dipinto è tenuto in cassaforte in altra sede diplomatica. Gli accordi dell’OMC (il quadro) continueranno ad essere vincolanti mentre i pochi impegni presi in Danimarca (la cornice) sono l’ennesima favoletta a cui nessuno crede più. Gli accordi del OMC, fortemente vincolanti, non toccano il problema del cambiamento climatico ma ne sono direttamente responsabili. Il 21.5% delle emissioni di Co2 è legato al commercio internazionale, che andrebbe quindi frenato favorendo per esempio gli scambi locali. L’incongruenza è quindi ovvia. Le scelte si fanno a Ginevra, alla sede OMC, nei suoi corridori, nei meandri dell’informalità politica.

A Copenaghen si è solo contribuito ad aumentare il riscaldamento climatico. La macchina organizzativa della conferenza ha emesso più CO2 che quanto ne emette annualmente un paese come il Marocco. Se tutti stavano a casa era quindi meglio.

Riferimenti bibliografici:

http://unfccc.int/resource/docs/2009/cop15/eng/l07.pdf
http://en.cop15.dk/news/view+news?newsid=3070
http://www.faircoop.net/faircoop/images/Pdf/Wto_e_emissioni_darci_un_taglio_si_pu.pdf
http://www.gennarocarotenuto.it/11893-copenhagen-la-stoltezza-delloccidente-e-la-saggezza-dellinnominabile/#more-11893
http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/globi/Un-accordo-di-pochi-che-colpisce-tutti

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