mercoledì 18 novembre 2009

Vertice Fao: una foto di gruppo



È in corso a Roma il vertice della Fao sulla crisi alimentare. Pochi capi di Stato del G20 presenti, nessuno del G8. Anzi sì, Berlusconi, chairman del vertice ma con altre gatte da pelare. Presenti invece in maniera massiccia i rappresentanti degli stati africani, i più duramente colpiti dalla crisi. L’esempio viene dall’alto: sciopero della fame di 24 ore del direttore generale Diouf, annullato il cocktail previsto per lunedì.

Si ricorderà il G20 di Londra o diPittsbourgh: capi di stato delle prime 20 potenze mondiali riunite per discutere su come uscire dalla crisi finanziaria. Parole e denaro per venire fuori dal baratro. Cena di gala con signore (o signori). L’immancabile foto di gruppo.

Come tutti gli avvenimenti di questo tipo, anche il vertice Fao ha prodotto la rituale dichiarazione. Un documento composto da cinque principi in cui fondamentalmente ci si impegna a dimezzare entro il 2015 il numero di persone malnutrite (1 miliardo). Non certo una grande novità visto che tale obiettivo è lo stesso che nel 2000 era stato previsto nell’ambito degli Obiettivo di Sviluppo del Millennio, quando gli affamati, numericamente parlando, erano 800 milioni. Un obiettivo irraggiungibile, comunque vada.

Il documento inoltre non tiene in considerazione la richiesta fatta lunedì in mattinata da Diouf, il quale proponeva l’apertura di un fondo annuo di 44 miliardi destinato allo sviluppo delle infrastrutture agricole. Una cifra irrisoria se si considera che i paesi OCSE hanno speso otto volte tanto per sostenere la propria agricoltura nel solo 2007. Senza pensare al denaro speso per salvare banche o per fare guerre (1340 miliardi nel solo 2007, aggiunge Diouf).

Concretamente quello che è stato detto al vertice Fao lo si sapeva già. Servirebbe una messa in discussione generale del sistema agricolo mondiale e della stessa Fao. Urge una riflessione sulla sua efficacia e sulle sue relazioni con altre organizzazioni internazionali, onusiane e non (OMC su tutte). Non è dato a sapere per esempio se le importanti parole espresse recentemente dal Commissario speciale delle nazioni unite per il diritto all’alimentazione, Olivier de Schutter, siano state prese in considerazione dai delegati Fao. Non si è parlato del ruolo delle multinazionali, delle speculazioni finanziarie sulle materie prime, di OGM, di agrobiodiversità, di biocarburanti, del monopolio delle sementi e dei brevetti. Né soldi, né obblighi, ne messa in discussione quindi. Qualche promessa e qualche parola. Una foto di gruppo.

Riferimenti bibliografici:

http://www.fao.org/news/story/it/item/37421/icode/
http://www.fao.org/fileadmin/templates/wsfs/Summit/Docs/Declaration/WSFS09_Draft_Declaration.pdf
http://www.fao.org/fileadmin/templates/wsfs/Summit/Docs/Declaration/K6050REV10F.pdf
http://www.fao.org/fileadmin/templates/wsfs/Summit/Statements_PDF/Monday_16_AM/K6628F.pdf

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