L’anno scorso i cittadini svizzeri bocciarono l’iniziativa popolare contro l’esportazione di materiale bellico. Un no che tuttavia implicava il mantenimento e il rispetto della legge esistente che prevede che nessun’arma sia venduta a paesi in guerra. È davvero così?
Le esportazioni sono in calo e si nota anche qualche miglioramento nell’attuazione delle restrizioni verso i paesi considerati a rischio.
Ma non basta.
“Il mondo arabo brucia, ma la Svizzera vende loro armi”, titolava martedì il quotidiano romando le “Courrier”, sottolineando come 3.2 milioni di franchi di materiale militare siano stati venduti lo scorso anno al Bahrein, stato colpevole di reprimere nel sangue le manifestazioni di protesta. Ci si chiede quindi se queste esportazioni debbano continuare.
Ancora più scomoda la posizione dell’Italia, primo fornitore di armi al regime libico con un giro di affari di 250 milioni di euro. Come afferma il giornalista Carlo Bonini in un articolo apparso oggi su Repubblica il sangue versato dagli insorti libici è causato da armi di fabbricazione europea e russa. Un esempio che testimonia quanto sia azzardata l’ esportazione di armi in un mondo dove un colpo di vento trasforma un alleato in un dittatore sanguinario.
I cittadini svizzeri hanno deciso, loro che ne hanno avuto la possibilità, di non opporsi a questa logica (pecunia non olet). L’inizio d’anno infuocato del mondo arabo pone però degli interrogativi, per esempio riguardo alle esportazioni verso l’Arabia Saudita, al secondo posto nella classifica dei nostri clienti d’armi. Il regno wahabita non brilla certo per il rispetto dei diritti umani e per tradizione democratica. Bisogna però riconoscere che il Consiglio federale aveva deciso già nella primavera del 2009 di non concedere nuove autorizzazioni all’esportazione di armi verso Pakistan, Egitto e, appunto, Arabia Saudita. Tuttavia restano in vigore i contratti stipulati in precedenza, per cui ecco i sauditi in cima ai paesi importatori dell’eccellente materiale bellico elvetico.
Resta oscura pure la presenza nella lista dei clienti degli Stati Uniti.
Non sono mica in guerra ?
No, si tratta di una missione militare di pace.
Le esportazioni sono in calo e si nota anche qualche miglioramento nell’attuazione delle restrizioni verso i paesi considerati a rischio.
Ma non basta.
“Il mondo arabo brucia, ma la Svizzera vende loro armi”, titolava martedì il quotidiano romando le “Courrier”, sottolineando come 3.2 milioni di franchi di materiale militare siano stati venduti lo scorso anno al Bahrein, stato colpevole di reprimere nel sangue le manifestazioni di protesta. Ci si chiede quindi se queste esportazioni debbano continuare.
Ancora più scomoda la posizione dell’Italia, primo fornitore di armi al regime libico con un giro di affari di 250 milioni di euro. Come afferma il giornalista Carlo Bonini in un articolo apparso oggi su Repubblica il sangue versato dagli insorti libici è causato da armi di fabbricazione europea e russa. Un esempio che testimonia quanto sia azzardata l’ esportazione di armi in un mondo dove un colpo di vento trasforma un alleato in un dittatore sanguinario.
I cittadini svizzeri hanno deciso, loro che ne hanno avuto la possibilità, di non opporsi a questa logica (pecunia non olet). L’inizio d’anno infuocato del mondo arabo pone però degli interrogativi, per esempio riguardo alle esportazioni verso l’Arabia Saudita, al secondo posto nella classifica dei nostri clienti d’armi. Il regno wahabita non brilla certo per il rispetto dei diritti umani e per tradizione democratica. Bisogna però riconoscere che il Consiglio federale aveva deciso già nella primavera del 2009 di non concedere nuove autorizzazioni all’esportazione di armi verso Pakistan, Egitto e, appunto, Arabia Saudita. Tuttavia restano in vigore i contratti stipulati in precedenza, per cui ecco i sauditi in cima ai paesi importatori dell’eccellente materiale bellico elvetico.
Resta oscura pure la presenza nella lista dei clienti degli Stati Uniti.
Non sono mica in guerra ?
No, si tratta di una missione militare di pace.
Referenze:
http://www.news.admin.ch/NSBSubscriber/message/attachments/22193.pdf
http://www.seco.admin.ch/aktuell/00277/01164/01980/index.html?lang=it&msg-id=37739
http://www.repubblica.it/esteri/2011/02/27/news/missili_elicotteri-12953581/?ref=HREC1-1
Le Courrier, 23.02.2011
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