La Svizzera è un paese
attrattivo. Non solo per i migranti che sfuggono dalla miseria e dalle
barbarie, ma anche per il ricco parentado dei despoti dell’Asia centrale. Tuttavia,
mentre sui richiedenti d’asilo si continua a polemizzare, sui cleptocrati kazaki
e uzbeki vengono spese poche parole. E questo sebbene la loro presenza in
Svizzera sia molto più inopportuna.
Già alla fine degli anni novanta,
la giustizia elvetica bloccò diversi conti, ufficialmente aperti in nome dello
stato kazako, ma che formalmente ospitavano i frutti della corruzione imposta
dal clan al potere. Nel 1997, ottantaquattro milioni di dollari sono stati restituiti al
paese sotto la supervisione della Banca mondiale. Oggi la dinastia kazaka è ancora
sotto inchiesta per due casi di riciclaggio di denaro.
Il primo caso coinvolge Timur Kulibayev, magnate del petrolio e del gas nonché marito della figlia del
presidente kazako Nusultan Nazarbayev. Kulibayev è sospettato dal Ministero
pubblico della Confederazione di riciclaggio di denaro per circa 600 milioni di
franchi.
Nel 2004 Kulibayev è vicepresidente
della società statale KazMunaiGaz. Approfittando della sua posizione, egli avrebbe
acquistato una parte delle quote di questa società per 30 milioni di dollari
per rivenderle poi due anni più tardi a
due holding private per 340 milioni di dollari. Secondo un articolo del Matin Dimanche, i benefici di quest’operazione
illecita sarebbero stati depositati presso la sede ginevrina della banca PNB Paribas,
sul conto della società Oilex controllata da un uomo di paglia di Kulibayev. Altri conti a Zurigo, Ginevra e
Lugano, sarebbero intestati alla dinastia kazaka.
Il secondo caso vede coinvolto
direttamente il presidente Nazarbayev. Nel 2006, quest’ultimo si sarebbe
arricchito di 100 milioni di dollari appropriandosi illegalmente del gruppo
televisivo Khabar Agency. Un’operazione svoltasi anche in questo caso grazie un
uomo di paglia, in questo caso una donna, membra della missione
kazaka presso le Nazioni Unite di Ginevra. La somma sarebbe depositata presso
la sede di Zurigo del Credit Suisse.
Sempre secondo le Matin Dimanche,
Dinara Kulibayeva è stata assunta nel 2006 da una società di Paradiso, la Viled International SA. Quest’ultimo è un gruppo kazako di distribuzione di prodotti
di lusso, la cui sede risulta ora essere a Chiasso. Lo stipendio di 120 000
franchi annui indicato dal domenicale romando non sarebbe quindi bastato da
solo per l’acquisto di una villa nel Canton Ginevra che, stando al foglio
ufficiale, è costata 74.7 milioni di franchi.
L’abitazione si trova a pochi
passi da un’altra villa abitata da una figlia di un presidente di un Paese dell’Asia
centrale. In un’abitazione più modesta di Cologny (solo 18 milioni di franchi)
risiede, infatti, Gulnara Karimova, figlia del presidente (dal 1991) uzbeko
Karimov. Modella, stilista, cantante, ambasciatrice del suo paese presso l’Unicef,
Gulnara è anche un’importante donna d’affari che tira i fili dell’economia
uzbeka e controlla il commercio di gas. Secondo le informazioni fornite
da Wikileaks e riprese dal quotidiano leTemps, Gulnara Karimova comandava da Ginevra sulla società Zeromax GmbH di
Zugo, la più grande esportatrice uzbeka di materie prime. Una società, ora liquidata,
della quale le informazioni fornite dai cabli di Wikileaks hanno reso evidente
il potere che esercitava sull’economia nazionale dell’Uzbekistan, povero paese,
ricco di gas e gangrenato dalla
corruzione. La sorella di Gulnara, Lola, e suo marito Timur Tillyaev possiedono anch'essi una villa nel Canton Ginevra (43.4 milioni di franchi), a Vandoeuvres.
A proposito dell’indagine che
coinvolge la coppia kazaka, il Consigliere nazionale ginevrino Luc Barthassat
(PPD) ha recentemente depositato una mozione parlamentare dove chiede se la
Confederazione intende interrogarsi sulla presenza in Svizzera di Kulibayev e sua moglie. La Confederazione, chiede Barthassat, intende inserire queste
persone nella lista dell'Interpol?
Il Consiglio federale si avvale
per ora del principio della presunzione d’innocenza. Il governo tiene tuttavia
a rilevare che l'apertura di un'inchiesta per sospetto di riciclaggio di denaro
da parte delle autorità penali sia un indizio del buon funzionamento
del dispositivo svizzero di lotta al riciclaggio di denaro.
Già, ma se questo denaro fosse
rifiutato prima? Inoltre gli investimenti di denaro illecito in immobili e
commercio di materie prime non sono sottoposti alla legge federale sul riciclaggio. L'acquisto d'immobili rimane quindi un ottimo diversivo per piazzare denaro puzzolente. Ecco quindi comparire un’altra abitazione,
questa volta sulle rive del lago di Lugano. Secondo un'inchiesta della tsr e un'altra del settimanale svizzero
tedesco Handelszeitung, la coppia kazaka possiede una storica abitazione a
Melide (la Romantica). Secondo il giornale economico, l’acquisto di questo immobile
sarebbe stato finanziato dal denaro proveniente dalla privatizzazione delle
compagnie statali kazakhe, alcune delle quali hanno ora sede in Ticino.
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