giovedì 10 febbraio 2011

Un'impresa famigliare!


L’AGEFI, quotidiano economico e finanziario romando, propone oggi un'intervista a Mike Mack, presidente esecutivo della multinazionale svizzera Syngenta. Il gigante agrochimico basilese, attivo nella produzione di prodotti fitosanitari e semenze, ha realizzato nel 2011 un beneficio netto di 1.3 miliardi di franchi (-1% rispetto al 2009). La cifra d’affari è aumentata del 6% e a dieci anni dalla sua creazione le vendite di Syngenta sono praticamente raddoppiate.

Ecco un passaggio controverso dell’intervista, dove si accenna alla concentrazione industriale dell’agrobusiness:

Syngenta occupe une position leader à l’échelle globale. Pour autant les parts de marché signalent un secteur encore largement fragmenté. Faut-il s’attendre une nouvelle consolidation ?
Tout dépend de quelle industrie nous parlons. En ce qui concerne la productions des cultures, l’industrie présente une structure déjà mature, très fortement consolidée depuis les années 1990. Le secteur a de plus toujours été fortement régulé et, de fait, reste une activité très fragmentée. La majeure partie des opérateurs sont encore des entreprises familiales.

Avez-vous néanmoins l’intention de vous positionner en consolidateur ?
Nous procédons à des acquisitions régulières, entre deux et trois par année en moyenne, dans le domaine de la protection de culture, mais surtout la production des graines. Nous continueront cette année.

[…]

Il signor Mack afferma quindi che il settore delle semenze é molto frammentato e controllato da imprese famigliari. Chiariamo subito questa assurda sentenza:

Negli anni 90, grazie allo sviluppo delle biotecnologie agricole (OGM), le principali multinazionali agrochimiche hanno cominciato ad acquistare centinaia di aziende produttrici di semi. Fino ad allora questo mercato era davvero poco concentrato e attivo su scala regionale, ma dal 1996 al 2008 si é assistito ad una miriade di acquisizioni e fusioni, come ben evidenziato dal grafico seguente.



Attualmente il mercato mondiale delle semenze è controllato da Monsanto, Syngenta e DuPont/Pioneer. La metà della produzione mondiale di semi sono nelle mani dalle prime dieci aziende del settore:



Imprese famigliari?Ma per favore!

Signor Mack, lo sa benissimo: siamo di fronte ad un vero e proprio oligopolio che oltre a controllare fisicamente la produzione detiene la maggior parte dei brevetti sulle semenze alimentari. Un oligopolio che garantisce a questi attori una posizione dominante. Syngenta e gli altri grandi produttori orientano in effetti la ricerca e il commercio di semenze in funzione dei loro propri profitti (OGM, monoculture di soia e mais).

Il processo di concentrazione continuerà anche nei prossimi anni, come affermato dallo stesso Mack e come dimostrano alcune recenti operazioni. Per esempio, nel dicembre 2010 DuPont/Pioneer ha annunciato l’acquisto di altre tre imprese di semi: Hoegemeyer Hybrids, Seed Consultants Inc., e Terral Seed. Il rischio ora non è nemmeno più quello di un'eccessiva concentrazione nel settore dei semi, visto che la soglia critica è già stata superata da un pezzo. Il vero rischio è ora quello di una concentrazione sempre maggiore tra i vari settori della filiera alimentare. Un’impresa come la DuPont, dopo aver acquistato in gennaio la società danese Danisco, specializzata nella produzione di enzimi e componenti alimentari, controlla ora tutti gli anelli di una catena che va dai campi agricoli alla produzione di alimenti.

Un'impresa famigliare...


Referenze:

http://beginningfarmers.org/article-visualizing-consolidation-in-the-global-seed-industry-1996-2008-by-phil-howard/

http://www.grain.org/seedling/?id=693

http://www2.syngenta.com/en/media/mediareleases/en_110209.html

AGEFI, 10.02.1010

1 commento:

  1. fede mi fai il riassunto a voce?
    ci vediamo al domani 6. V

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