
Non tutti i mali vengono per nuocere. Chi l’ha detto infatti che non avere un lavoro serio è una brutta faccenda? Prendiamo i lati positivi. Fare il precario concede tempo e permette di pensare. E non solo per andare in paranoia. In questo periodo di birra e pallone mi affiorano in testa ricordi puramente calcistici. Se qualche datore di lavoro è alla ricerca di uno storico del calcio non esiterei un istante a farmi avanti. Quel posto sarebbe mio. Però dubito che esista, sui giornali leggo solo di lavori inutili e noiosi.
Ma lasciate che mi presenti. Mi chiamano Franco Falla e faccio il precario. Nasco nell’anno in cui esce Thriller di Mikael Jackson, nell’estate in cui si ascoltava “Vamos a la playa dei fratelli Righeira. È il 1983, nascono i NOFX e Vasco arriva penultimo a Sanremo con la vita spericolata.
Spesso mi dispero per la mia situazione professionale. Ma fare il precario in questo periodo è un’attività straordinaria che mi permette di vivere i mondiali in santa pace. Grazie al mio lavoro mi sto guardando tranquillamente Slovacchia - Nuova Zelanda. Slovacchia alla prima partecipazione mondiale, Nuova Zelanda alla seconda, 28 anni dopo Spagna ’82. Imperdibile. Proprio mentre scrivo i neozelandesi pareggiano al 93esimo. Una beffa per gli slovacchi, favoriti sulla carta. Ma si sa, la carta…
Il mio primo vero ricordo sono i mondiali del
Nell’album Panini le squadre più deboli avevano due giocatori per figurina. Tra queste il Camerun di Roger Milla, il più vecchio marcatore della storia dei mondiali, oggi protagonista di uno spot per
Da allora ho capito che i pronostici sono fatti per essere smentiti. Capii che anche se vali talmente poco sulla carta da non meritarti che mezza figurina sull’album, potevi comunque farcela. Capii che il giudizio degli esperti si tramuta velocemente in aria fritta. Da allora il mio cuore batte per i “Leoni d’Africa” e mi resi conto che c’era ancora qualcosa in cui sperare. Avevo sette anni. Vivevo di calcio e pastasciutta. Grazie al calcio mi aprii ai fatti del mondo. Italia 90 fu l’ultimo mondiale di Unione Sovietica, Cecoslovacchia e Germania Ovest. Qualche anno dopo queste squadre non esistevano più. Intuii che era successo qualcosa. Il calcio come massima espressione di geopolitica.
Venti anni dopo e le situazioni si capovolgono. Siamo in Sudafrica, il favorito Camerun perde contro il Giappone. I “leoni d’Africa” domati dagli emuli di Atton e Lenders. Il calcio è una ruota che gira. Anche se alla fine vincono sempre i soliti: Brasile, Argentina, Italia o Germania.
I pronostici sono fatti per essere smentiti. Oggi c’è Spagna – Svizzera. Per fortuna non lavoro. Faccio il precario e mi guardo i mondiali. Iberici, campioni d’Europa in carica, favoriti sulla carta. Ma si sa, la carta…(e già mi immagino una rete di testa di N Kufo).
E vai....