mercoledì 15 giugno 2011

I quartieri sostenibili!

Un approccio allo sviluppo urbano che risponde ai bisogni dell’ambiente e dei cittadini.



La necessità di costruire nuovi appartamenti urbani per una Svizzera a 10 milioni di abitanti, il rispetto del paesaggio e dell’ambiente, l’approvvigionamento energetico in un era post-nucleare, la creazione di un tessuto sociale solido e vivo: ecco alcune delle sfide che attendono il nostro paese nei prossimi anni.

Come è possibile conciliare tutti questi elementi?

Se si esclude l’idea folle e elettoralista di definire un capro espiatorio responsabile di tutti i problemi (lavoro, energia, mobilità, sicurezza), possiamo cogliere l’occasione per tramutare queste sfide in opportunità, in impulso per riflettere allo sviluppo del nostro paese. Sviluppo che, come prescritto dalla Costituzione federale (art. 77), deve essere sostenibile.
Molto mediatizzato, spesso abusato, lo sviluppo sostenibile é a volte percepito come un concetto magico lontano dalla realtà concreta. Può anche essere visto come una moda, un piacevole abito verde da indossare per darsi arie da ecologista. Tuttavia, lo sviluppo sostenibile è sempre più una necessità, un’esigenza che rima con opportunità.

In quest’ottica, il progetto pilota dei quartieri sostenibili proposto dall’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) e dall’Ufficio federale dell’energia (UFE) costituisce un esempio interessante. La densificazione delle aree urbane fa parte della strategia del Consiglio federale e del Progetto territoriale svizzero per lo sviluppo urbano. Le agglomerazioni delle cinque principali città – Zurigo, Basilea, Ginevra, Losanna e Berna – raggruppano un terzo degli abitanti del paese. Non si potrà quindi rispondere alle nuove esigenze costruendo casette monofamiliari in campagna, anche se queste soddisferanno criteri ambientali e energetici sostenibili.
Bisogna agire a livello di città, per esempio attraverso il risanamento di vecchie aree industriali o il rinnovamento e la rivalorizzazione dei quartieri esistenti. Tutto ciò deve essere sostenuto da una pianificazione seria e focalizzata sul lungo termine. Come spiega Marina Luzzi, direttrice dell’ARE, il quartiere rappresenta l’ambiente ideale per l’attuazione dello sviluppo sostenibile:
“in questo microcosmo è possibile concentrare lo sviluppo urbano, evitando la crescita disordinata degli insediamenti, e attuare misure concrete che rispondono alla crescita demografica e al fenomeno migratorio, preservando la qualità di vita, sociale e ambientale”.

Bisogna adottare un approccio innovativo per lo sviluppo sostenibile dei quartieri, il che implica la valutazione “non soltanto degli aspetti architettonici e energetici, ma anche la ricerca di un equilibrio fra aspetti sociali, quali l’integrazione e sicurezza, mobilità, rispetto dell’ambiente e la forma urbana”.

La questione ambientale e dell’approvvigionamento energetico sarà fondamentale. Focalizzandosi su dei materiali e delle fonti di energia rinnovabile, su delle tecnologie performanti e sul rafforzamento della mobilità pubblica, l’impatto ambientale deve essere minimizzato e l’autonomia energetica concretizzata. Il mantenimento di aree verdi deve essere ugualmente un elemento importante. Tuttavia non si deve limitare alla piantagione di anonimi aceri. Delle zone di agricoltura urbana, di svago e sport devono essere integrate in questo genere di progetto.

Non avrebbe però senso creare un quartiere rispettoso dell’ambiente ma sprovvisto di qualsiasi coesione sociale. Uno degli obiettivi principali dei quartieri sostenibili deve essere la qualità di vita degli abitanti. Delle strutture che rispondono ai differenti bisogni devono essere integrate nel quartiere (asili, biblioteche, bar, negozi, luoghi di incontro e convivialità, ecc.). Le nuove zone urbane devono ugualmente essere aperte a tutte le fasce della popolazione. Un quartiere misto, dal punto di vista socio-economico, etnico e generazionale, non può che rappresentare un progresso in un paese dove si è spesso abituati ad una divisione spaziale della struttura sociale. In questo senso il comune di Losanna, promotore del progetto Metamorphose che prevede di creare un nuovo quartiere di 2000 abitanti, prevede di suddividere i nuovi spazi abitativi in appartamenti sussidiati, proprietà per piani, cooperative di abitanti e affitti convenzionali.

Dreispitz a Basilea, Pleines-du-Loup a Losanna e altri progetti a Ginevra, Neuchâtel e Zurigo: questa nuova concezione di concepire la città e lo sviluppo comincia a concretizzarsi. Moda o necessità, non siamo ancora in grado di poter giudicare l’efficienza di questi progetti. I rischi sono quelli di creare dei quartieri nuovi ma asettici e distaccati dal resto della città e dove la diversità sociale è messa a rischio dall’aumento del prezzo degli affitti.

I quartieri sostenibili sono comunque una possibile soluzione per conciliare le sfide evocate all’inizio dell’articolo. A condizione naturalmente di beneficiare di un forte sostegno politico e finanziario.

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