Sussidi agricoli: il Brasile lancia la sfida agli Stati Uniti e propone, con il benestare dell'OMC, una lista di prodotti soggetti a sanzioni economiche.
L’Organizzazione Mondiale del Commercio ha stabilito il diritto del Brasile ad applicare sanzioni commerciali contro gli Stati Uniti, colpevoli di sostenere con lauti sussidi la propria agricoltura e la propria industria. Nello specifico la decisione riguarda i sussidi al cotone, ma secondo le stesse regole dell’OMC, arditamente imposte dai paesi industrializzati (USA in testa), il Brasile ha il diritto di estenderle ad altri settori di beni e servizi (cross-retaliation, il principio delle ritorsioni incrociate). Vien da dire: chi di spada ferisce, di spada perisce.
Una vittoria molto importante, che mette a nudo l’ipocrisia del libero commercio inteso da Washington: liberismo per i poveri e assistenzialismo per i ricchi. Il Brasile potrà così applicare delle sanzione (aumentare i dazi anche del 50%) a tutti quei prodotti statunitensi sussidiati dallo stato: automobili, frutta secca, latte in polvere, occhiali da sole, cotone, ecc. Una lista di 102 beni e servizi sottoposti a queste milionarie sanzioni (591 milioni $ annui) è disponibile sul sito della camera del Commercio estero brasiliano: http://www.mdic.gov.br/arquivos/dwnl_1268063292.pdf
La distorsione del libero mercato che, fino ad ora, permetteva a prodotti sussidiati USA (il cotone, finanziato con miliardi di dollari annui, è un esempio scandaloso) di essere esportati in paesi dove, al contrario, gli accordi internazionali vietavano ogni genere di sussidio, viene così frenata dal Brasile. Una distorsione che fino ad oggi ha avuto gravi conseguenze in molti paesi, soprattutto nel settore agricolo dove si imponeva l’apertura dei mercati a condizioni sleali. Ora, come dice Gennaro Carotenuto sulla rivista “LatinoAmerica” gli USA “hanno le mani legate dalla loro stessa pretesa di avere le mani libere e di poterle legare agli altri”. È impensabile che il governo Obama si metta a smantellare il fitto sistema di sussidi, a meno che le pressioni di altri settori industriali svantaggiati dalla sentenza brasiliana obblighino lo stesso Obama ad un ripensamento. Le sanzioni di Brasilia sono (per una volta) un duro colpo agli USA, costretti letteralmente a pagare dazio. In questa decisione il Brasile dimostra inoltre, ancora una volta, la sua crescente influenza (e indipendenza) nell’arena internazionale. Una scelta che speriamo possa avere delle influenze positive per tutti gli stati africani produttori svantaggiati di cotone (Senegal, Mali, ecc.) che da almeno un decennio protestano invano contro questo perverso modo di intendere il libero commercio.
Fonti:
http://www.ip-watch.org/2010/03/18/the-us-cotton-case-the-truth-behind-brazil%E2%80%99s-cross-retaliation-against-us-intellectual-property/
http://en.mercopress.com/2010/03/09/brazil-us-wto-cotton-retaliatory-dispute-takes-off
http://it.peacereporter.net/articolo/20662/La+voce+grossa+di+Brasilia
http://www.giannimina-latinoamerica.it/archivio-notizie/549-il-brasile-vince-nella-omc-sanzioni-contro-gli-stati-uniti
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