mercoledì 17 marzo 2010

L'incesto nascosto!

Nuove rivelazioni sui rapporti proibiti tra mondo politico e mondo economico in Svizzera.


Finalmente ! Le relazioni tra politica e affari nel nostro paese, vero e proprio esempio di prostituzione della cosa pubblica, trovano infine risalto su qualche giornale. Domenica “il Caffè” ha infatti proposto un interessante approfondimento su questo fenomeno (1). Prendendo spunto da un articolo pubblicato dal settimanale svizzero tedesco “das Magazine” (2) e ripreso anche in Italia da “l’Internazionale”, si cerca di snodare il complicato intreccio tra politica e affari, di capire chi tira i fili di quel grande teatrino di marionette che è la politica svizzera.

Dall’approfondimento emerge qualche interessante considerazione che si può collegare a quanto affermato qualche settimana fa, a proposito della segreta riunione di Rive Raine. In primo luogo, come afferma il sociologo Cattacin, l’illusione che il politico sia solo il rappresentante del popolo. In realtà siamo di fronte ad un “miraggio confederale” dove :

“ […]i parlamentari diventano rappresentanti di banche, di associazioni di contadini, di sindacati, di regioni o di industrie e chi ha i soldi può comperarsi un po’ di parlamentari. In questo modo, l’accesso all’assemblea legislativa diventa doppiamente legittimo: c’è il voto, democratico, e c’è l’interesse, più o meno concreto o più o meno ideologico. Il parlamento diventa così la camera del popolo, ma anche la camera degli interessi presenti nel Paese. Cosa c’è di male? Magari solo il fatto che esistono interessi che hanno più potere di altri e che noi, in fin dei conti, non sappiamo quali interessi votiamo.” (3)

Un secondo punto interessante è quello del carrierismo politico. L’esempio del ticinese Flavio Cotti, spiega molto bene come, senza l’aiuto esterno di qualche interesse privato, in politica non vai da nessuna parte. Di Cotti avevamo parlato indicandone i piacevoli incarichi avuti dopo la sua carriera di consigliere federale (soprattutto al Crédit Suisse). L’inchiesta di “das Magazine”, ripresa da “il Caffè”, spiega invece la carriera del politico (ma non solo) ticinese prima che diventi ministro. Si spiega in che modo il neoconsigliere nazionale Cotti diventò subito presidente del PPD svizzero, fatto strano per un neoparlamentare. Secondo l’inchiesta, Cotti fu eletto per volere dell’allora direttore di SBS (ora UBS) Franz Lusser e del membro del cda della stessa banca Philippe de Weck. Entrambi iscritti ad un PPD allora in grave crisi finanziaria, decisero di finanziare il partito a patto che Cotti, molto vicino allo stesso Lusser e agli interessi del mondo economico/bancario, fosse eletto come presidente di partito. E così fu (4)!

Come spiega, sempre sulle pagine de “il Caffè” (7.3.2010), l’economista Loretta Napoleoni il fatto che personaggi politici del nostro paese fanno parte di commissioni bancarie e percepiscono anche 70 000 franchi annui per partecipare a qualche riunione, evidenzia le speranze che il mondo economico ripone negli uomini politici: “non si tratta di un compenso, piuttosto è un investimento che la banca fa per assicurarsi che costoro difendano, quale ce ne sia bisogno, i propri interessi in parlamento” (5).

Tempo fa ho messo il link degli interessi dichiarati dai parlamentari, ponendo il dubbio che questi interessi fossero solo quelli tranquillamente dichiarabili (6). Ma di quelli nascosti e più segreti? La zona d’ombra degli interessi occulti è troppo spessa. Se vogliamo dare maggiore credibilità alla politica (ma lo vogliamo?) dovremmo fare in modo che tutti gli interessi siano classati e resi facilmente accessibili al pubblico (metterli su Internet per esempio). Altra faccenda da rendere più trasparente e pubblica sono i finanziamenti dei partiti e delle campagne elettorali. Sempre nell’approfondimento de “il Caffè” si fa accenno ad una cifra di 2 milioni che le due grandi banche, UBS e Crédit Suisse, versano annualmente ai tre partiti borghesi PLR, UDC e PPD. I dati si fondano su un’inchiesta del 2008 del domenicale Sonntag Blick. Anche in questo caso, nessuna trasparenza, nessuna informazione pubblica, solo rivelazioni (spesso anonime) di membri di partito (7). Perché non si pubblicano cifre chiare? Forse sarebbe troppo imbarazzante spiegare come, nel 2007, i partiti hanno speso 50 milioni in campagne elettorali di fronte a budget di soli 16.6 milioni. Chi paga la differenza?




Note:

1) http://www.caffe.ch/mycaffe/dettaglio.php?id=46714
2) http://dasmagazin.ch/index.php?issue=2010-5
3) http://www.caffe.ch/mycaffe/dettaglio.php?id=46718
4) http://www.caffe.ch/mycaffe/dettaglio.php?id=46719
5) http://www.caffe.ch/mycaffe/opinioni.php?id=46654
http://dasmagazin.ch/index.php/die-heimliche-macht-des-geldes/
6) http://loradelleresia.blogspot.com/2010/01/ma-cosa-ci-rappresenti.html
7) http://www.caffe.ch/mycaffe/dettaglio.php?id=46717

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