mercoledì 17 febbraio 2010

Italia d'oro!

Racconteranno che adesso è più facile
che la giustizia si rafforzerà
che la ragione è servire il più forte
e un calcio in culo all'umanità...


Si é aperto ieri il solito penoso festival di San Remo. Talmente penoso questo festival, che mentre Morgan era a casa per aver ammesso di fare uso di cocaina (ipocriti!), ha visto Pupo e Luca Canonici cantare con un allucinato principe Filiberto di Savoia. I tre menestrelli fortunatamente sono già stati eliminati.
(OOPS, non é vero. Aggiornamento: i 3 sono stati ripescati e sono arrivati addirittura secondi.)


Propongo una canzone di Pierangelo Bertoli, che arrivò quarta al festival del 1992. Una canzone che oggi - ne sono sicuro - sarebbe impossibile sentire all'Ariston poiché sarebbe tacciata di complotto. Il tema é quello della corruzione che domina(va) l'Italia. Fu considerata il manifesto di Tangentopoli che scoppiò ufficialmente una decina di giorni prima del festival con l'arresto dell'esponente del Partito Socialista Italiano Mario Chiesa. Quest'ultimo aveva appena intascato una bustarellina di sette millioni dal proprietario di una piccola azienda di pulizie che, come altri fornitori, devette versare la sua quota "politica", il 10 per cento dell'appalto. E il castello crollò...

Lontani i tempi in cui a Sanremo si poteva cantare canzoni come "Italia d'oro". Vicini, troppo vicini, i fatti cantati allora. In effetti, considerando gli avvenimenti degli ultimi giorni (e anni), la canzone é di un'attualità sorprendente.

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